Ricordando 
          Lamica Rita del Col: 
        Una vita esemplare
        Non ci sembra ancora vero, eppure Rita Del Col non è 
          più tra noi. Un male incurabile ce la ha portata via. Sempre 
          così attenta e pronta a intervenire quando qualcuno stava male, 
          aveva fatto di tutto per minimizzare fino all'ultimo periodo la sua 
          reale situazione.
          La sua vita è stata un costante intrecciarsi di impegno familiare 
          e di servizio ecclesiale. Un servizio prezioso, costante, instancabile, 
          di cui hanno usufruito in particolare gli anziani e, nell'insieme, l'Azione 
          cattolica.
          E stata per molti anni presidente parrocchiale di A.C. e consiglìera 
          diocesana con l'incarico specifico di seguire i gruppi della terza età 
          dell'Azione Cattolica della Diocesi.
          Per noi più giovani è sempre stata un esempio e un punto 
          di riferimento per coerenza e grinta. Era stata lei, nel 1979, a volere 
          tenacemente la rinascita dell'associazione in parrocchia incoraggiando 
          e spronando le giovani leve e infondendo quello spirito di dedizione 
          alla chiesa, umile ma determinato, che ci ha sostenuti in tutti questi 
          anni.
          
          Il suo merito principale è stato quello di aver sempre insistito 
           sia in A.C. che in Consiglio pastorale parrocchiale  sull'importanza 
          dell'unitarietà e del collegamento tra le generazioni. Rappresentava 
          e rappresenta  la continuità tra passato e presente: invitava 
          con passione le sue coetanee a capire e apprezzare i giovani e ricordava 
          con amorevolezza a questi ultimi di non trascurare o sottovalutare quanto 
          fatto dagli anziani.
          E proprio su questo aspetto si è soffermata con forza nei brevi 
          ma intensi incontri che ha voluto avere con numerose persone negli ultimi 
          suoi giorni in ospedale; «Non dimenticate i miei anziani e continuate 
          a essere di esempio in parrocchia».
          Rita, il vuoto che hai lasciato è senz'altro grande. Ma hai invitato 
          molti a raccogliere il testimone. Grazie per la tua testimonianza di 
          vita e di fede e per aver offerto le tue sofferenze per la parrocchia 
          e per l'Azione cattolica.
          Luigi Piccoli
        Ricordo di Rita 
          del Col. recentemente e dolorosamente scomparsa: 
        Requiem per un amica
        Eri quella che non mancava mai, adesso sei mancata per 
          sempre. Te ne sei andata così come sempre, in punta di piedi 
          e con il rosario stretto tra le dita.
          Non mancavi mai, adesso ci mancherai: ci mancherà la tua grinta, 
          la tua passione, la tua fede genuina, il tuo amore per i poveri e i 
          sofferenti. Eri sempre pronta per gli altri, stavolta gli altri sono 
          arrivati tardi; ci bai colto di sorpresa, del resto eri abituata a soccorrere, 
          non a farti soccorrere.
          Ricordo i tuoi interventi, uno per uno. Li ricordo perché erano 
          sempre interventi gonfi dì speranza. Hai voluto parlare fìno 
          allultimo e fino allultimo hai parlato di amore, speranza, 
          necessità di partecipazione, volontà di proseguire.
          Ricordo, eccome se me le ricordo, le tue ultime parole:
          "Mi raccomando l'Azione Cattolica, mi raccomando gli anziani". 
          La risposta mi si è fermata in gota, ma la risposta non poteva 
          che essere affermativa. Solo Dio sa quanto hai amato e quanto hai dato 
          all'Azione Cattolica. Per uno come me, ancora fresco di Azione Cattolica, 
          vedere tè ancora impegnata e attiva significava e significa ancora 
          capire quanto è grande l'Azione Cattolica, quanto è superiore 
          alle nostre miserie e ai nostri capricci, quanto è ancora poco 
          quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per essa.
          Rita antica e moderna, ancorata ai tradizionali valori cristiani ma 
          continuamente aperta al nuovo e alla gioventù che avanza, capace 
          di amare anche questo tempo sbandato ma non per questo non abitato dallo 
          Spirito.
          Ci hai insegnato a mettere i fatti prima delle parole e il cuore prima 
          dei fatti. A noi giovani che abbiamo studiato tanto hai insegnato la 
          cosa più importante, perchè è parlare il linguaggio 
          della gente semplice. Ci hai insegnato a pregare per chi soffre, a pregare 
          sempre, a non mollare mai anche quando le cose non vanno (e nella tua 
          vita di cose che non andavano cenerano parecchie). Ora nei cieli ti 
          chiediamo di insegnarci ancora molto perché come uomini e donne 
          comuni abbiamo bisogno di santi e sante comuni, quelli senza calendario 
          e senza miracoli. I nostri morti possono rivivere se ciascuno di noi 
          sa ricordarli e darne memoria.
          Puoi star certa che le tue raccomandazioni saranno esaudite. Cara Rita, 
          grazie, ci mancherai. Con tè se ne va un'altra perla preziosa. 
          Ora la nostra collana è più povera ma il cielo brillerà 
          di più.
          Livio Consonni
        A settant'anni 
        
        Cosa vuol dire essere donna, oggi per me, arrivata ai 
          settant'anni?
          Mi sono guardata dentro e ho sentito la pienezza della vita, la gioia 
          di esserci, perché ho avvertito che tutto questo è Dio. 
          Ho messo Lui al primo posto e Lui mi ha sostenuta. In questi anni ho 
          avuto momenti di dolore grande, come una figlia
          partita per il Paradiso, so. no passata attraverso difficoltà 
          e consolazioni ma questi momenti erano occasioni per ricominciare, certa 
          della Sua grazia. Posso così dire che essere donna è bello, 
          ma che si gioisce di pii nel momento che si diventa dono per gli altri. 
          Ho sempre cercato di dare senza mai pretendere niente, il compenso viene 
          da sé, nel centuplo che Gesù ci ha promesso e che ho sperimentato 
          molte volte anche nelle piccole cose.
          Non sono mai sola e non soffro di solitudine anzi a volte mi trovo a 
          dover scegliere chi accontentare prima. La morte non mi fa paura perché 
          penso che è l'incontro con il Signore per il quale vivo e dal 
          quale mi sono sempre sentita in compagnia tutti questi anni.
          Veniamo da Lui e ritorniamo
          a Lui. Ho cercato di vivere nell'amore dando amore ad ogni prossimo 
          che avvicinavo e avvicino. Per fare bene questo partecipo attivamente 
          alla vita associativa nelle sue varie espressioni, convinta che l'unione 
          dà forza. Ho la certezza dei miei limiti ma ho anche la certezza 
          della Sua misericordia.
          In questo momento soffro, offro e prego per le persone che hanno fatto 
          tanto male alla mia Patria in un degrado morale molto grave per tutti, 
          ma in particolare per i giovani. So però che ci sono anche molte 
          persone che soffrono, offrono, pregano e vivono per un mondo migliore, 
          questo mi fa essere ottimista perché la vita mi ha insegnato 
          che dopo ogni morte c'è una resurrezione.
          Rita